giovedì 9 settembre 2010

L'orientamento pedagogico del nido M. da Cles di Albignasego

Il nido favorisce lo sviluppo delle potenzialità dei bambini nel rispetto dei loro ritmi evolutivi e delle loro diversità di genere e cultura. L’orientamento psicopedagogico al quale questo nido fa riferimento attinge, a pedagogisti noti quali: Owen, Froebel, Agazzi, Montessori e lo psicologo Piaget, così come anche Mahler e Bowlby, ma si lega in particolare ai nomi della pedagogia contemporanea che hanno dato impulso fondamentale ad una nuova impostazione progettuale del nido realmente finalizzata alla formazione primaria del bambino. In particolare: Frabboni (Università di Bologna), Malaguzzi, fondatore dei nidi di Reggio Emilia, Battista Quinto Borghi e non da ultimo lo studioso americano Gardner: tutti pedagogisti riconosciuti a livello nazionale ed internazionale. Basilare e imprescindibile il rapporto con la famiglia, la quale viene coinvolta quanto possibile tanto nella gestione sociale quanto nel percorso educativo. Si intende così rispondere al bisogno di creare un rapporto di reciproca, serena fiducia tra educatore e genitore, una fiducia che tenga distinti i ruoli andando da un lato a consolidare la professionalità dell’educatrice, dall’altro a confermare la fiducia che il genitore ripone nell’educatrice. I genitori partecipano anche alla gestione sociale del nido attraverso il Comitato di gestione.
Ciò che si propone di fare il nido è approffittare dell'incredibile capacità di apprendere che ha il bimbo nei primi 36 mesi di vita e cercare di sollecitare con il gioco, con la lettura, con i laboratori espressivi le diverse intelligenze presenti secondo la teoria di Gardner creando quindi dei campi di esperienza. Ogni campo di esperienza corrisponde ad un' area cerebrale da stimolare, affinchè si possano sviluppare le molteplici potenzialità. Educare significa inoltre porsi dalla parte del bambino, riconoscendo che ciò che i bimbi apprendono non discende solo da un rapporto causa-effetto tra insegnamento e risultato, ma spesso nasce da proposte, da curiosità, da scoperte dei bambini stessi. Il tutto in un rapporto di co-costruzione al quale collaborano il bambino e tutti gli altri attori per lui significativi all'interno di un ambiente educativo "intenzionale"quale è il nostro nido. Tutto ciò stimolando e consolidando le competenze del bambino attraverso una didattica del fare e dello scoprire, invitando il bambino ad esplorare il mondo colorato degli oggetti, a toccarlo, a guardarlo, a manipolarlo, trasformarlo. A ciò si affianca la pratica della cura, come pratica pedagogica fondante, perchè la cura aiuta il bambino a comprendere il significato dell'aver cura di sè e quindi dell'aver cura degli altri. Gli esseri umani nascono fragili e tale fragilità non discende solo dal fatto che nascono dipendenti dagli altri, ma è anche una fragilità del sentimento vitale che sostiene la fatica del crescere. Proprio questa fragilità rende necessaria la cura di sè, l'imparare ad aver cura di sè, imparare la passione per la ricerca dell'arte del vivere. E' qui che si inscrive la ragion d'essere dell'educazione: coltivare nel soggetto educativo la passione per la cura di sé, quindi accompagnare il bambino, nel processo di costruzione di quegli strumenti cognitivi ed emotivi necessari a tracciare con autonomia e con passione il cammino dell'esistenza, avendo cura che ogni giorno, ogni attimo siano attualizzazione di un processo di donazione di senso.
Tratto da: Asilo Nido comunale Marco da Cles Albignasego – Cooperativa Progetto Now Programmazione Didattica ed Educativa anno scolastico 2009-2010

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