mercoledì 8 settembre 2010

Il modello psicocorporeo, psicoemozionale

Questo modello parte dal corpo come ricettore ed emettitore di messaggi tonici e gestuali in rapporto con una fantasmatica personale. Il corpo nella sua espressività analogica è soggetto di pulsioni e desideri, risonanza di fantasmi originari universali come di vissuti fanatsmatici legati alla storia dei singoli. La dimensione fantasmatica è quella particolare situazione confusiva dove non si distingue il "sé" dal non "sé", il dentro dal fuori, il corpo proprio dal corpo altrui, è un contesto definibile come allucinatorio, in quanto compaiono e scompaiono oggetti e parti di oggetti, immagini e sensazioni, rumori. La teoria delle relazioni oggettuali implica la trasformazione delle relazioni interpersonali in rappresentazioni interiorizzate di relazioni. I bambini nel percorso di crescita non interiorizzano un oggetto o una persona, ma un' intera relazione. Il corpo fantasmatico è quindi un corpo in relazione con l'inconscio e il fantasma primitivo per eccellenza, archetipo universale dell'identità è quello di fusione legato alla perdita del corpo in risonanza alla nascita vissuta come rottura fusionale che agisce nell'immaginario lungo tutto il corso della nostra vita.Il mondo fantasmatico è anche l'espressione attraverso il corpo della vita interna soggettiva, della pulsionalità, dei desideri e delle comunicazioni deliranti, visibile nella trasformazione gestuale-mimica e posturale all'interno della relazione terapeutica. La relazione corporea emozionale è un'esperienza reale ed il corpo vissuto ne è il soggetto, è una relazione mediata dal gesto che accompagna, prolunga e diversamente dal dialogo tonico-fusionale permette la trasformazione del vissuto fantasmatico in desiderio dandone significato simbolico. La comunicazione fra l'adulto-educante ed il bambino parte dalla soddisfazione dei bisogni primari del bambino e si aggiungono manipolazioni, contatti, carezze che gli consentono di raggiungere momenti di deconrazione tonica tali da renderlo disponibile alla relazione corporea-affettiva durante la quale emerge il ricordo tonico della relazione con la madre. Il dialogo tonico emozionale è uno strumento di espressione e congiunzione tra bisogni e desideri e fra realtà e fantasia, facilita il passaggio dal corpo materno al corpo dell'educatore che viene vissuto come oggetto esterno, fonte di piacere e di dispiacere, di contatto e di distacco, di attrazione e di repulsione. Così il bambino può riporre dentro di sè l'immagine affettivizzata della madre ed iniziare il proprio cammino come essere corporeamente ed affettivamente autonomo. L'educatore diviene spazio transizionale fra la relazione materna e la relazione di individuazione e strutturazione di sè, diventa il primo oggetto privilegiato dopo la madre, con il quale stabilire un contatto rassicurante, nuovo e stimolante che faciliti le esperienze di curiosità, di esplorazione ed integrazione dello spazio, delle relazioni oggettuali, degli oggetti e degli altri. Il contatto tonico-corporeo rappresenta la sintesi delle sensazioni e delle emozioni vissute con persone diverse ma elaborate tramite la stessa matrice affettiva: la funzione tonica. Il bambino in questa particolare forma di comunicazione, può trovare se stesso e nello stesso tempo ritrovare il contatto sensoriale e rassicurante sperimentato con la madre, tessuto di fondo per lo stabilirsi di altre relazioni e per l'evoluzione dei processi di autonomia.
Tratto da "Spazio Nido" Il modello psicocorporeo, psicoemozionale
corso a cura di Pierpaola Finocchiaro
ed. La scuola, Padova 2010
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