domenica 22 agosto 2010

L'educatore tra teoria e prassi



Per Borghi si è assistito ad allo sviluppo di approcci descrittivi che hanno prodotto esperienze interessanti anche se frammentarie. Borghi sostiene che le esperienze all'interno del nido non possono essere Theory free ovvero prive di ipotesi a monte, si tratterebbe di azioni casuali e non orientate ad un fine. Un progetto educativo si muove sempre sulla base di un idea o di uno scopo. A volte le esperienze si muovono sulla base di teorie implicite quale idea di bambino, di famiglia e di sviluppo di cui gli attori possono avere più o meno consapevolezza. Si tratta di rispondere nel modo migliore ai bisogni psicologici del bambino, e l'obiettivo è quello di focalizzare alcuni costrutti teorici fondamentali sui quali impostare l'azione quotidiana al nido attraverso l'individuazione di modelli organizzativi rispondenti per quanto possibile ai riferimenti teorici individuati. Es. La teoria dell'attaccamento in relazione alla prima accoglienza facendo riferimento a uno o più autori. Tale impostazione mette tendenzialmente in primo piano l'analisi e le sue scoperte rispetto alla prassi: la ricerca e i suoi esiti rimangono la principale fonte ispiratrice delle azioni che devono essere compiute nell'esperienza completa.
Può anche accadere di avere l'impressione che gli educatori elaborino teorie e modelli in modo un po' personale, che si facciano idee soggettive sullo sviluppo e sui modelli educativi rispetto a ciò che la ricerca evidenzia. In realtà l'azione dell'educatore è il risultato di una combinazione complessa fra le idee, le teorie, le pratiche, i contesti, le condizioni e le occasioni del momento.
Tratto da: Nido d'infanzia 1. di B.Quinto Borghi ed. Erikson

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