venerdì 23 luglio 2010

Excursus storico

Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX si realizzò uno stretto legame tra psicologia e pedagogia, precedentemente vista solo come una branca della filosofia. Wundt fonda la psicologia sperimentale, Hall propose la ricerca pedagogica studiando i disegni dei bambini e le loro anamnesi, Binet e Gesell fondano la psicologia infantile. Freud fonda la psicanalisi.
Tutti questi studi permisero di elevare l'idea di infanzia all'apice e molti sono gli studi dei primi del '900 che si dedicarono all'infanzia elaborando teorie e metodi di educazione.
In Italia le sorelle Agazzi fondano la prima scuola materna nel 1895, che ha al centro l'attività del bambino, l'ambiente, i materiali che fanno parte della quotidianità, il metodo intuitivo, favorendo le esperienze in cui i bambini apprendono attraverso il fare e l'osservare .
Steiner propone un modello pedagogico che si basa sull'utilizzodella percezione dei 12 sensi (cinque interni e sette interni, senso della vita, del movimento...)per accedere all'apprendimento cosciente, nella totale autonomia degli insegnanti e assenza di programmi prestabiliti.
Dewey fortemente influenzato dal pragmatismo, sostiene che il pensiero è un processo attivo che dipende da un comportamento, l'insegnante è una guida, vi è un legame tra interessi e bisogni, l'intelligenza è operativa.
Decroly sostiene un idea-perno collegata ad uno dei bisogni che viene fatta divenire centro d'interesse attorno al quale si sviluppa l'attività scolastica. Si basa su quattro principi: unità, individualizzazione dell'apprendimento, adattamento all'ambiente, integrità dello sviluppo.
Bruner, psicologo cognitivista ritiene le relazioni sociali sono fondamentali per lo sviluppo cognitivo e in particolare del linguaggio nel bambino. La conoscenza si struttura e si costruisce in processi in cui l'adulto svolge un ruolo cruciale. Nei primi quattro mesi il bambino è impegnato non solo in esperimenti con il proprio corpo ma anche con le interazioni faccia-faccia con l'adulto dal quale apprende modelli di interazioni per le relazioni e inoltre assimila la co-orientazione visiva, l'alternanza dei turni.
Vygotskj sostiene che lo sviluppo fisico e mentale dell'individuo dipende dall'ambiente naturale e sociale. Egli sostiene la necessità di creare uno spazio di sviluppo potenziale all'interno del quale la scuola può esprimere le sue possibilità educative con successo.
Lo sviluppo di tutte queste teorie dimostrano interesse e definizione sempre più accurata dell'infanzia e chiariscono sempre più che un soggetto non può vivere all'infuori di una relazione.
Il modello freudiano aveva come punto di partenza il concetto di pulsioni istintuali dell'individuo e quindi anche nel bambino molto piccolo sono queste che lo spingono a cercare l'altro, la madre, fonte di soddisfazione dei bisogni.
Dal modello freudiano si sono sviluppati poi gli studi sulle “relazioni oggettuali”, dove il bambino non cerca la madre solo per il soddisfacimento dei suoi bisogni, ma ha bisogno della relazione.(Kleine,Mahler,Winnicot, Farbairn, Balint,Bjon, Gaddini).
I risultati di questo tipo di ricerche hanno portato alle più svariate risposte, ma hanno contribuito a costuire uno sguardo nuovo dell'infanzia.E' condivisa la necessità che chiunque operi con questa fascia di età tenga presente l'importanza e la centralità della relazione affettiva.
Tratto da: Modelli pedagogici e analisi del contesto Nido di Rita Zecchin
Corso di specializzazione Spazio Nido Ed. La scuola, Padova 2009-2010

mercoledì 21 luglio 2010

Excursus storico

Prima di parlare di modelli pedagogici dobbiamo fare un breve escursus storico per capire come siamo arrivati all'attuale situazione storico-culturale.
L'infanzia come fenomeno sociale è recente; se andiamo a ricercare notizie dell'infanzia nella letteratura delle varie civiltà possiamo notare che i Greci, per esempio non prestarono molta attenzione all'infanzia, all'educazione in generale, ma non all'infanzia come categoria speciale. I romani svilupparono il concetto di educazione partendo dai greci, stabilirono un nesso tra l'adolescente e il pudore, ma anche le conquiste in termini di scolarizzazione, del concetto di pudore dell'infanzia,vennero cancellate dalle invasioni barbariche. Bisognerà aspettare il rinascimento perchè si parli nuovamente di infanzia.Si sono quindi sviluppate tutta una serie di studi e correnti di pensiero che hanno mirato all'osservazione e definizione di questa categoria. Erasmo da Rotterdam ritiene che l'educazione sia importantissima e vada impartita già in tenerissima età e deve essere accompagnata da una morale, deve essere impartita con dolcezza e non con ferocia.
j.j. Rosseau pone il soggetto in formazione al centro dell'attenzione, come colui che deve essere a contatto con la natura, e l'educazione si sviluppa all'interno di alcune antinomie: autorità- libertà, natura- cultura, eteronomia- autonomia, società- individuo.


Pestalozzi non ritiene invece che l'uomo sia necessariamente buono ma che è compito dell'educazione perfezionare e sostenere la sua naturale evoluzione.


Herbert fu tra i primi a sostenere l'esigenza di un approccio scientifico all'educazione che deve partire dagli interessi veraci nella persona umana. Locke introduce il concetto di tabula rasa e quindi l'educazione dei bambini è tra gli impegni prioritari dello stato.
Froebel parla di educazione che ha il compito di liberare e far crescere fornendo la possibilità ad ogni individuo di realizzarsi concretamente e autonomamente, non proponendo modelli esterni da imitare.
La Montessori elabora il suo metodo partendo dallo studio di bambini con problemi psichici estendendolo poi ai bambini normali; libertà che favorisce la creatività, organizzazione dell'ambiente, partecipazione attiva dei genitori alle cure e igiene del bambino, utilizzo di materiale didattico specifico, l'osservazione sono alcune delle caratteristiche principali del suo metodo.
Piaget dimostrò l'esistenza di una differenza qualitativa tra le modalità di pensiero del bambino e dell'adulto e che il concetto di capacità cognitiva (intelligenza)è strettamente legato alla capacità di adattamento all'ambiente fisico attraverso i due processi di assimilazione ed accomodamento.
Fine prima parte

Tratto da: Modelli pedagogici e analisi del contesto Nido di Rita Zecchin
Corso di specializzazione Spazio Nido Ed. La scuola, Padova 2009-2010